Un percorso tra caos e attenzione

Come trasformare la difficoltà in una risorsa

Ogni insegnante/educatore che abbia lavorato con studenti affetti da disturbi dell’attenzione e della concentrazione conosce bene una scena ricorrente: un’aula dove alcuni ragazzi seguono con attenzione mentre un alunno fatica a rimanere concentrato, si alza, si distrae e disturba i compagni. Non è questione di volontà o di cattiva educazione: chi vive questa condizione affronta un problema reale e complesso, legato al funzionamento della mente e alle sue capacità di regolare l’attenzione e l’impulsività.

Un problema diffuso e le sue implicazioni

I disturbi dell’attenzione, se non gestiti correttamente, possono avere ripercussioni su più livelli:

  • A livello cognitivo: lo studente fatica a organizzare le informazioni, a pianificare le proprie attività e a portare a termine i compiti.
  • A livello emotivo: la frustrazione derivante dai continui insuccessi può minare la fiducia in sé stesso, generando ansia o rifiuto verso il contesto scolastico.
  • A livello relazionale: l’impulsività e la difficoltà nel rispettare le regole possono compromettere le relazioni con compagni e insegnanti, isolando il ragazzo e peggiorando il clima di apprendimento.

Queste difficoltà non si risolvono semplicemente con l’imposizione di regole o con l’aumento della disciplina. Anzi, un approccio rigido spesso peggiora la situazione, generando ulteriore conflitto e incomprensione. Ciò che manca è uno strumento che aiuti a comprendere il funzionamento cognitivo ed emotivo di questi studenti, offrendo strategie concrete per supportarli nel loro percorso di crescita.

La necessità di una mediazione efficace

In questo contesto, il ruolo dell’insegnante diventa fondamentale. Ma come può un educatore, già impegnato in molteplici attività, trovare il modo giusto per guidare uno studente con disturbi di attenzione verso l’autonomia? La risposta sta nell’apprendere un metodo che non si limiti a trasmettere contenuti, ma che favorisca lo sviluppo delle funzioni cognitive di base, come la pianificazione, l’attenzione e l’autoregolazione: un metodo che trasformi la difficoltà in un’opportunità di crescita, valorizzando il potenziale nascosto di ogni studente.

Un approccio innovativo

Questo è il punto di partenza di un percorso formativo specifico, ideato per fornire a insegnanti, educatori e psicologi strumenti concreti per intervenire in modo efficace nelle difficoltà cognitive ed emotive degli studenti con disturbi dell’attenzione. Un approccio che va oltre la semplice gestione del comportamento e mira a potenziare le capacità di pensiero e autoregolazione dei ragazzi, restituendo loro la possibilità di affrontare la realtà scolastica con maggiore fiducia e autonomia.

Vuoi scoprire di più su come questo metodo può fare la differenza nella tua attività professionale? Richiedi informazioni sul nostro corso Mediazione cognitiva nei disturbi dell’attenzione e della concentrazione: l’approccio del Metodo Feuerstein.

Un cordiale saluto,
Sandra Damnotti
Mediation Arrca

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